2. In memoria di Orhan

Sei arrivato qua da quello che poi sarebbe divenuto il Montenegro, ti abbiamo conosciuto che vivevi in un posto brutto, forse il più brutto e non te la passavi benissimo sotto tanti aspetti. E da lì mese dopo mese, anno dopo anno da persona che si è fatta aiutare sei diventato nostro collega. Il più puntuale assieme a Pasquale, il primo ad arrivare assieme a Pasquale, il più rigoroso assieme a Pasquale…talmente rigoroso che la sera del 1 luglio 2015 il proprietario di Slataper voleva entrare a controllare come andasse e voi lo lasciaste fuori dalla struttura, esterrefatto e perplesso , fino a quando il direttore non disse che potevate farlo passare.

Hai tirato su la squadra di calcio di Slataper, naturalmente assieme a Pasquale e sempre insieme avete vinto i mondiali antirazzisti a Modena. Un giorno, mentre eri di turno ti sei sentito male e non sei più tornato ma sei sempre rimasto qui.

Come ti ricorda Gianlu qui sotto:

Scrivere di te è difficile. Difficile perché c’è il rischio di non farlo bene e di non riuscire a raccontare chi eri davvero.

Sei stato un Collega (e un amico) speciale. Una persona straordinaria che ha saputo trasformare la rabbia in dolcezza.

Un uomo buono e gentile. Amavi il calcio e i gatti. Ti piaceva scherzare, ridere e darti da fare. Insieme abbiamo fatto tante cose, tanta fatica e qualche pasticcio.

Con un sorriso triste, ti ricordiamo pieno di orgoglio in quella foto in cui alzi al cielo la coppa vinta come allenatore di calcio.

Grazie. Grazie perché, senza di te, Slataper non sarebbe potuto diventare quello che è oggi.

“Di Persona, personalmente” come dicevi te.